Approfondimenti al pannello su Dreyfus: 1. Falsificazioni, menzogne e complotti
L’affaire Dreyfus è una storia di documenti falsi, menzogne e complotti reali e immaginari. Il capitano dell’esercito francese Alfred Dreyfus viene arrestato quando il controspionaggio francese intercetta una nota mandata dalla vera spia, il comandante Esterhazy, al capo dello spionaggio tedesco a Parigi. Lo Stato maggiore francese, dopo un’indagine maldestra, stabilisce che l’ebreo Dreyfus deve essere la spia. Arrestato, Dreyfus è degradato e condannato da una Corte marziale alla deportazione a vita sull’Isola del Diavolo.
La condanna di Dreyfus è favorita da documenti manipolati o fabbricati da altri ufficiali dell’esercito, fra i quali innanzitutto il colonnello Henry, con il favore dello Stato maggiore, che vuole avere un colpevole. Violando la legge, il generale Mercier, Ministro della Guerra, consegna questi documenti ai giudici della Corte marziale senza informare la difesa del capitano. Al processo, inoltre, Henry rilascia una falsa testimonianza. Fino alla fine della vicenda lo Stato maggiore e i Ministri della Guerra negheranno di avere manovrato per la condanna e insisteranno sulla colpevolezza di Dreyfus.
Con lo Stato maggiore entra però in conflitto il nuovo capo del controspionaggio, il luogotenente-colonnello Picquart, il quale, riaprendo l’indagine, scopre che il vero colpevole è Esterhazy. Picquart, non sapendo delle loro manovre nell’ombra, informa i generali de Boisdeffre, capo di Stato maggiore, e Gonse, ma questi, per proteggere di fronte al Paese la propria reputazione e quella dell’esercito, decidono di coprire il colpevole e sacrificare Dreyfus. Quando Picquart insiste a indagare, lo allontanano dalla Francia, mandandolo in missione, e favoriscono l’apertura di un’indagine a suo carico. Henry produce nuovi documenti falsi per incastrare Picquart, che viene quindi incarcerato.
Nel 1898, però, un nuovo Ministro della Guerra ordina un riesame dei documenti e scopre le falsificazioni di Henry. Arrestato, Henry si suicida in carcere, o più probabilmente viene ucciso perché non parli. Il fronte dreyfusardo può finalmente affermare la propria versione della vicenda, ma la stampa nazionalista e antisemita non vuole riconoscere la verità. La Libre Parole, La Croix e gli altri periodici antidreyfusardi negano qualsiasi manipolazione, o le attribuiscono allo stesso Dreyfus e a un presunto «sindacato ebraico», o ancora ammettono che Henry abbia manipolato i documenti, ma per scopi patriottici. I generali dello Stato maggiore e Mercier non riconosceranno mai le proprie colpe, nemmeno quando Dreyfus sarà stato riabilitato. Potranno contare a lungo sul sostegno di numerosi partiti e gruppi parlamentari e di una parte dell’opinione pubblica le cui frange estreme invocano il colpo di stato militare. Nel 1900, infine, un’amnistia consentirà loro di non rispondere mai delle proprie azioni.